Molte organizzazioni (associazioni, ordini professionali, condomini, università, enti pubblici e molti altri) si pongono la stessa domanda: “Possiamo davvero usare il voto online? È valido se non è previsto nello statuto?”
La risposta è sì, il voto online è valido anche se non è espressamente indicato nello statuto.
La legge italiana e la giurisprudenza più recente lo confermano: ciò che conta non è la forma, ma la certezza del processo, la tracciabilità del voto e la verificabilità dei risultati.
In altre parole, se una piattaforma come Camelot garantisce questi requisiti, la votazione è perfettamente legittima, sicura e opponibile a terzi.
Perché si pensa che serva lo statuto
Il dubbio nasce da un equivoco comprensibile.
Per molti anni, le votazioni si sono svolte unicamente in presenza. Di conseguenza, molti statuti riportano espressioni come “i soci si riuniscono in assemblea” o “i voti sono espressi a mano alzata”.
Da qui l’idea, ormai superata, che l’assenza di una clausola specifica sul voto digitale equivalga a un divieto.
In realtà, la normativa italiana, e in particolare le disposizioni del Codice Civile e del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), non impongono una modalità unica di voto, ma stabiliscono che il processo deliberativo debba essere riconoscibile, tracciabile e verificabile.
Se questi principi vengono rispettati, non c’è alcuna invalidità.
Cosa dice la normativa
Negli ultimi anni, il legislatore ha aperto in modo chiaro alla dematerializzazione dei processi deliberativi.
La possibilità di svolgere assemblee online o ibride è ormai riconosciuta in modo stabile per una grande varietà di enti e organizzazioni. Per citarne uno, nel 2024 sono state apportate modifiche all'articolo 13 del codice del Terzo settore proprio in materia di assemblee digitali.
Durante e dopo la pandemia, decreti come il DL 18/2020 (“Cura Italia”) e successive proroghe hanno consolidato l’uso del voto digitale, che oggi è una prassi consolidata e accettata.
Inoltre, le linee guida del Ministero dell’Interno e la Raccomandazione CM/Rec(2017)5 del Consiglio d’Europa indicano chiaramente i principi fondamentali che devono caratterizzare ogni voto elettronico:
- libertà e segretezza del voto,
- autenticità dell’identità del votante,
- unicità del voto espresso,
- integrità del risultato finale,
- verificabilità e trasparenza del processo.
Tutti requisiti che Camelot rispetta pienamente grazie a un’infrastruttura tecnologica certificata secondo gli standard ISO/IEC 27001, 27017, 27018 e 9001.
Se non è scritto nello statuto, è comunque valido?
L’assenza di una clausola sul voto digitale non vieta di adottarlo.
Lo statuto definisce le regole generali dell’organizzazione, ma la modalità di voto può essere adattata alle tecnologie disponibili, purché non comprometta i diritti dei membri né le garanzie di trasparenza.
In pratica, se il voto avviene con un sistema:
- sicuro e certificato,
- capace di identificare gli aventi diritto,
- che registra le operazioni in modo verificabile e immodificabile,
la deliberazione è perfettamente valida.
L’importante è che il processo sia documentato, ad esempio tramite verbale automatico o notarizzazione dei risultati, strumenti che Camelot offre in modo nativo.
Come funziona un voto digitale legittimo
Una votazione digitale legalmente riconosciuta segue gli stessi passaggi di un voto tradizionale, ma con maggior efficienza e tracciabilità.
1. Convocazione certificata: ogni partecipante riceve una convocazione ufficiale via email o SMS, tracciata e archiviata secondo la normativa sulla privacy. Camelot consente all’amministratore di inviare e certificare automaticamente le convocazioni, assicurando che tutti gli aventi diritto siano regolarmente informati.
2. Identificazione sicura: l’accesso alla Voting Room avviene tramite link univoco, SPID o SMS autenticato. In questo modo si garantisce che ogni persona possa votare una sola volta e solo se autorizzata.
3. Assemblea digitale o ibrida: la discussione può avvenire online, in presenza o in modalità mista, con videoconferenza integrata e strumenti di moderazione avanzata. Tutto è registrato e documentato.
4. Espressione del voto: le tipologie di voto previste sono le stesse del cartaceo: palese, segreto, ponderato, per delega, con preferenze singole o multiple. Ogni voto viene cifrato e registrato in modo immutabile.
5. Verbalizzazione automatica e certificazione: al termine, il sistema genera un report dettagliato e un verbale oggettivo, con risultati certificati e verificabili in ogni momento. In caso di necessità, è possibile richiedere notarizzazione o assistenza legale per ulteriore garanzia.
I vantaggi del voto digitale
Adottare il voto digitale non è solo una questione di praticità, ma anche di responsabilità e modernità.
Tra i principali vantaggi:
- Legalità e sicurezza: ogni fase è tracciata e certificata, riducendo il rischio di contestazioni o impugnazioni.
- Accessibilità e inclusione: tutti possono partecipare, anche da remoto o in condizioni di disabilità.
- Riduzione dei costi e dell’impatto ambientale: niente più stampe, spostamenti o raccomandate.
- Maggiore partecipazione: con strumenti semplici e intuitivi, aumenta il numero di votanti e la frequenza delle assemblee.
- Velocità e trasparenza: i risultati sono immediati, chiari e verificabili da tutti.
In definitiva, il voto digitale rafforza la legittimità democratica delle decisioni, non la indebolisce.
Grazie alla tecnologia, partecipare diventa più facile, frequente e consapevole.
Come Camelot assicura la validità legale del voto digitale
Camelot è una Società Benefit che fornisce una piattaforma di voto e deliberazione digitale progettata per essere:
- legalmente riconosciuta e conforme alle linee guida ministeriali;
- sicura e certificata con standard internazionali di sicurezza informatica;
- accessibile a tutti, anche su dispositivi mobili;
- trasparente e verificabile, con report chiari e verbali automatici;
- user-friendly, grazie a un design ispirato all’umanesimo tecnologico olivettiano.
Con Camelot, ogni organizzazione può creare una Voting Room personalizzata, impostare le proprie regole di voto e gestire tutte le fasi del processo deliberativo, dalla convocazione al verbale, in un unico ambiente digitale certificato.
E tutto questo senza dover modificare lo statuto.
Il voto digitale come diritto, non eccezione
La vera innovazione non è solo tecnologica, ma culturale.
Rendere il voto un gesto quotidiano, semplice come mandare un’email o pagare con una carta, significa riportare la partecipazione al centro della vita collettiva.
Il voto digitale è un’evoluzione naturale della democrazia: un modo per garantire pari opportunità di espressione e decisioni condivise, indipendentemente dal luogo o dalle condizioni dei partecipanti.
Conclusione
Il voto digitale è valido, legittimo e pienamente riconosciuto.
Non serve modificare lo statuto: basta scegliere una piattaforma sicura e certificata come Camelot, in grado di garantire autenticità, segretezza e trasparenza.
Le organizzazioni che adottano il voto digitale stanno anticipando il futuro della partecipazione.
Vuoi sapere se il tuo statuto prevede il voto digitale? Scoprilo qui, in pochi secondi!
E per maggiori informazioni, contatta un Consulente di Camelot